Sunday, December 17, 2006

Tra una settimana è Natale


Finalmente, dopo le traversie del visto, sono atterrato a Chicago e quindi a South Bend e a Notre Dame. Una prima settimana densa ma molto lineare. Ho comprato gli scarponi per affrontare la neve e la pioggia (anche se molte ragazze utilizzano le infradito, cioè the flipflops, cosa che ha una sua ragione: piove, ti infradici, e con un asciugamano risolvi il tutto rapidamente, senza essere costretto/a a portarti in giro scarpe e soprattutto calze, calzini, fantasmini fradici: ciò permette anche di mostrare l'ultimo colore che Mabelline NY ha pensato per le unghie dei tuoi piedi). La vita costa realmente poco qui, ma c'è poco da stupirsi, insomma mica parliamo delle Maldive o di Malindi (il posto preferito dai clienti dell'agenzia dove ho fatto il mio low cost). Il cielo è plumbeo, almeno fino a febbraio, il campus al momento è deserto, fine degli esami, e la gente si dedica a decorare le proprie case per il Natale. E qui si biforca la preparazione per il Natale.

Come si può vedere dai seguenti esempi: alcuni di voi si chiederanno che significato abbia il film, ispirato al libro di Grisham, Fuga dal Natale. Bene. Niente di anticristiano o di ateo, semplicemente scappare da quegli 8.000 dollari che ti servono per addobbare di luci, babboni natali (SantaS) e quant'altro la tua casa, sia dentro che fuori. Così, durante la Messa di Domenica, il sacerdote raccontava che uno dei suoi fedeli aveva preparato meglio il Natale quest'anno... perché aveva comprato una backup unity per le luci di casa sua: come si dice in italiano? Già mi mancano le parole...

Il sottofondo è un numero incredibile delle versioni più varie delle solite canzoni di natale, eseguite da Jennifer Lopez, Mariah Carey, Bill Clinton, Robert De Niro, Diana Krall (la quale, se volete un consiglio, merita veramente), Bing Crosby, Tony Bennett, etc., negli stili più diversi, jazz, funky, be-bop, rap, R&B... fondamentale per la vostra colonna sonora americana è inserire Greensleeves dal Cd di Natale dei Peanuts. La colonna sonora accompagna i party, lo shopping nel mall, le passeggiate nel campus, la vita a casa, l'uso di internet, c'è sempre un fischiettare natalizio che finisce per diventare parte di te e così poco a poco diventi Natale anche tu.

Però ci sono anche i presepi, l'Avvento e tutto il resto, diciamo la sostanza. Anche se deve sposarsi con lo spirito americano, quindi nella splendida anche se un po' kitsch Basilica (pronunciare Bezsilika) dell'Università, nel presbiterio campeggia un orologio con il countdown dei minuti: devo dire di aver provato una certa ansia nell'ultima strofa del canto conclusivo, quando l'orologio era a -17 ed è riuscito a sforare solo di un secondo.

A Messa, ma un po' dappertutto, l'affetto si esprime con grandi abbracci (hugs), che diventano sempre più morbidi con il passare del tempo: non avete idea in un anno quanto può ingrassare un quarantenne, posso dirlo in prima persona, però non è di me che si parla qui... ebbè con quello che si mangia e si mescola... però almeno è buono, rispetto alle imitazioni italiane, per cui negli USA si mangia USA e basta.

Consigli per immaginare lo spirito americano in questo periodo: guardare Fuga dal Natale, come già detto, e il primo dei due Mamma, ho perso l'aereo!, che contengono l'equilibrio quasi perfetto della parte spirituale e di quella consumistica del Natale, assieme alle canzoni fondamentali per entrare nel mood. Per il resto, se avete l'opportunità di leggere cronologicamente il periodo novembre-marzo dei Complete Peanuts, pubblicati ancora in parte da Baldini e Castoldi Dalai e PaniniComics, in edizioni diverse, ma, appunto con ordine cronologico, capirete che cosa fa da sfondo a questo periodo in buona parte degli States: una uniformità comune e un po' noiosa, che vede terminare la stagione del football, scorrere il periodo natalizio, cominciare il secondo semestre di lezioni o il nuovo anno solare lavorativo, e prolungarsi lentamente fino a quando Charlie Brown risale sulla pedana di lancio e riorganizza la sua squadra per la stagione del baseball.

In questo momento, il telefilm più seguito è Lost, in Italia alla prima stagione, qui da febbraio alla terza, con la seconda già in dvd, in maniera che chi non l'ha vista possa catch up, tenersi al passo prima della fine dell'inverno. C'è un bel film sulla vita di Johnny Cash, Walk the Line (ci sono sempre più film americani ho notato, che noi importiamo in Italia, mettendoci un altro titolo... in inglese! Così la confusione è totale... non sai che cosa veramente hai visto e che cosa non hai visto. Comunque, in genere gli americani amano i film sui loro cantanti... per esempio Ray l'anno scorso.
C'è poi un grande impulso nello studio della Pop Culture, in tutte le sue forme, dai telefilm all'architettura, dai fumetti alla musica, al design. Mi permetto di segnalarvi L'Atlante delle emozioni di Giuliana Bruno, pubblicato ad Harvard e appena tradotto in italiano, mentre state attenti alla prossima uscita del manuale di Antonio Monda sul cinema americano.

Beh, e tu che ci fai lì, vi chiederete? Beh, la filosofia sarà destinata a un blog più impegnato, qui troverete fondamentalmente costume che poi è ciò che ti fa capire veramente tutto il resto e ti permette di fare filosofia...

Ho deciso per il blog, e non per la newsletter, così non arriveranno messaggi pieni di foto, che ritengo necessarie per raccontare la storia... anche se questa volta non ci sono foto.

Che cosa dice uno zero che incontra un'otto? Ma che bella cintura che ti sei comprato per Natale... ecco lo humour americano... con il quale vi lascio stanotte, mentre fuori ci sono sei gradi e in Italia, alle 4 meno 10, ce ne sono 17.
A proposito, una piccola nota sul tempo. E' successo questo. In Indiana si è ridiscusso il fuso orario. E si è deciso di dare a ogni contea, diciamo a ogni comune, potestà di decidere sul fuso orario, se quello del Midwest (-7) o quello del Far Est (-6): risultato, il caos, una specie di orario a macchia di leopardo in un territorio grande quando metà l'Italia. Allora la legge federale (un giorno parleremo delle leggi) ha stabilito una divisione a metà più o meno equa, che ha portato South Bend in quota a New York, da cui dista 15 ore di macchina e l'ha sottratta a Chicago, che è a un'ora da qui. Così, se prendete la macchina e andate alla Grande Mela a velocità normale ci mettete quindici ore, se andate a Chicago e forzate un po' i tempi, potete partire e arrivare alla stessa ora, come partire alle sette da Milano e arrivare alle sette a Torino... il che mi fa pensare che con questo stratagemma potete sempre guadagnare un'ora e non invecchiare mai, se rimanete in macchina a velocità costante. Credo che però a un certo punto incontrate la muraglia cinese (ecco perché l'anno costruita, del resto loro avevano gli orologi misteriosamente già 5000 anni fa).

Vabbé, questa è una stupidaggine però ciò che resta vero è che l'Indiana è l'unico paese del mondo che mantiene la stessa ora per tutto l'anno, niente ora legale. Francamente devo dire che mi sembra quasi sempre buio, a qualsiasi ora, e molto spesso mi confondo con l'ora, per alcuni strani meccanismi, Italia e Stati Uniti, si avvicinano negli orari dei pasti per poi allontanarsi nel resto della giornata. Quello che psicologicamente dà molta soddisfazione, non so perché, è il fatto che quando tu vai al campus o leggi le email dall'Italia, hai l'idea che la gente ha già lavorato per te... bisogna sfruttare meglio quest'idea.

Good Night and Good Luck

Marco

Immagine: Kevin Huizenga, Glenn Ganges: Travellers of Time.