Tuesday, April 07, 2009

EmotiCrohn


Sono costretto a correggermi: proprio sulla prima regola del post precedente. Oggi andando a fare la risonanza, ho incontrato una signora che ha ricevuto una medaglia. Perché? Perché è stata la prima degente ad entrare nella nuova sede del campus. Il 28 novembre 2007. Nessuno prima di lei. La chiameremo Marina, nome di fantasia. Ha una forma molto grave del morbo di Crohn, per cui non mangia, perde peso, subisce operazioni in continuazione, segue terapie sperimentali. Ne parla in modo pacato, sereno, come se non si trattasse di lei. È giovane ma dal 2001 non vive. La vita reale. La vita in 3D
Interviene diciamo Anna Paola persona elegante educata, di buona cultura: con un mucchio di domande a Marina. Sembrava di essere entrati in un programma televisivo sulla salute. La salute stile Mulino Bianco. Anna Paola pareva non rendersi che ogni domanda che faceva era fuori luogo, che a ogni parola corrispondevano giorni di dolore, lunghi ricoveri, operazioni ripetute; ma non c'era nessuna telecamera, solo una persona in carne e ossa, che con enorme pazienza e tranquillità rispondeva a ogni sua curiosità. Poi si è iniziato a parlare del campus, che Anna Paola non conosceva. Non poteva "credere a quello che vedeva": di conseguenza camminava cercando in giro cose che non funzionassero. Incosciamente per demolire qualcosa che non poteva esistere. Mi ha colpito. Gino mi aveva fatto notare che la porta della sala delle risonanze "si lamentava". Andiamo a cercare un po' d'olio e la sistemiamo. Anna Paola, nel frattempo, come se avesse trovato 500.000 euro nei pacchi, esultava: questo pavimento si sta sollevando e poi essere ricoverati qui deve essere noioso. In sostanza, il mondo è la solita schifezza, l'importante è che non ci siano segni di miglioramento, anche se tutto deve rimanere televisivamente coerente. L'orchestra del Titanic, ecco un bel simbolo di questa situazione.
Il massimo poi è stato quando "la prima degente" le ha detto che il campus è dell'Opus Dei. Di cui lei assicurava di non saper nulla. Però ricorrevano le parole segretezza, mani in pasta, soldi, potenza, politici a volontà. "E questo signora mia di Crohn, è proprio vero. La medaglia, signora, gliel'hanno data per farsi belli".
"Signora, qui mi hanno dato la vita e la medaglia mi ricorda questo e chi mi ha salvato. Per ora. Per questo sono fiera che me l'abbiano data".
Ma chi sono questi dell'Opus Dei? La signora della medaglia ha detto che lei non lo era. E qui è intervenuto il marco, dicendo: Io! Questi tre elementi mi hanno fatto pensare: ma sta cultura ci convince veramente che cose belle non ne possono esistere, che dobbiamo sempre metterci fuori e giudicare dall'esterno e trovare i difetti (senza pensare che possiamo correggerli?) . E che se le cose non passano per certi canali prestabiliti, non esistono. Però le giudichiamo. Per sentito dire. Quello che sappiamo è che la vita, non potendo essere sogno, deve essere incubo. Quindi, esorcizziamo l'incubo Mi sono chiesto però: perché la gente ha questa immagine delle cose belle? Le ragioni sono tante, ma forse la colpa è mia che non le so comunicare nel modo e con la passione giusta! Ma come si fa a comunicare una passione specialmente quando le emozioni e il sospetto fanno muro? Questo mi ha fatto arrabbiare, anche se lo ero di più per il morbo di Crohn. E mi sono beccato un meritato: "lei ha la coda di paglia". No, non c'ho la coda, e mi dispiace se mi sono incavolato. Mi dispiace perché tante persone in buona fede vivono in un mondo in cui il morbo di Crohn esiste solo se se ne parla in televisione, perché c'è sempre dietro qualcosa di cui dubitare, e perché non ci prendiamo la briga di ascoltare sul serio, di metterci nei panni degli altri. Se io fossi stato al posto di Anna Paola... ho provato a pensarci e la capisco. Purtroppo abbiamo solo potuto iniziare un discorso, spero che potremo risentirci presto, le ho lasciato i miei dati.

Mondo balordo. Gino mi dice: "questa è la verità, poi tu puoi pensarla diversa, ma a mme che mme frega?". Gli ho promesso che scriverò un saggio su questa critica al relativismo. Ma non è la soluzione, perché a me, di quello che pensa Anna Paola, me ne frega! Se non si vive appassionatamente e senza diffidenza, ma che si vive a fare? E se la mia passione non mi fa trovare le vie giuste per resuscitare queste anime morte, se non abbatte i muri di pietra di sospetti campati per aria, se non scalfisce massi che sono bolle di sapone, ci deve essere qualcosa di sbagliato!
Diceva Voltaire che noi moderni siamo un po' aridi in tutto. Questa forse è una sfida, ad amare il mondo appassionatamente! Se avete una bella passione fatela vivere!

Good night and good luck

Marco

PS.: di recente un mio caro amico, eminente e acuto professore di cui ho altissima stima, ha dichiarato a un quotidiano nazionale che una certa università è nelle mani dell'Opus Dei. Peccato che in quell'università non ci sia nessun membro dell'Opera e a domanda non è in grado di citare nessun nome. Concludo che l'Opus Dei non esiste. Il mistero s'infittisce...

No comments: